La rinascita di Villa Teloni ha inizio in un freddo pomeriggio invernale. Anche i colori, nell’immagine di quel primo incontro in cui il pesante cancello si aprì lentamente davanti agli occhi di chi della storica dimora ne sarebbe poi divenuto il proprietario, sembrano lasciare il posto ad un’istantanea in bianco e nero.
“E’ stato l’unico momento in cui mi sono sentito di indietreggiare mostrando il passo incerto della sconfitta. Per fortuna, però, non mi sono dato per vinto. Non è stato un amore a prima vista, certo. Il legame, quello intenso, è però arrivato presto. Oggi, quando varco quello stesso cancello, mi sento in Paradiso”.
Sandro Teloni non sapeva certo che, oltre al restauro di una dimora gentilizia finita con il tempo quasi in rovina, avrebbe dovuto affrontare anche due terremoti e un cambio di destinazione che avrebbe trasformato La Villa da abitazione per sé e per la sua famiglia in dimora di charme destinata all’incoming di turisti stranieri in Italia.
“Ricordo ancora la firma del compromesso per l’acquisizione nell’ufficio di un notaio di Civitanova Marche. La proprietaria, la signora Evelina Battibocca, quando vide parte della cifra pattuita sulla scrivania, si mise a piangere perché non avrebbe mai voluto vendere un bene a lei così caro. A me, per tutta risposta, vennero le lacrime agli occhi. Poco dopo ricordo che lei mi chiese di non fare uno scempio di quella che per anni era stata l’ultima dimora della sua nobile famiglia. Quella parola mi è rimasta sempre in testa. Le promisi che non avrei mai messo un mattone nuovo in tutta la villa. E così, dopo ben tre restauri, è stato”.
Ancora alle prese con l’avvio della prima ristrutturazione, Villa Teloni venne infatti danneggiata dalle scosse di terremoto del settembre 1997. Il campanile dell’antica chiesina finì in parte a terra, lesioni evidenti segnarono la torretta e tutta l’ala che arrivava al di là del piano nobile. La forza del coraggio e la voglia di rinascere permisero la realizzazione di un miracolo in poco tempo.
Franco Mari, vecchio muratore di Castelraimondo al suo ultimo lavoro prima di andarsene in pensione, con la pazienza di un santo smontò e rimontò, mattone dopo mattone, l’intero campanile. E lo stesso fece con le colonne dell’attuale limonaia, un tempo strutture di sostegno di quello che poi sarebbe diventato il rustico.
“E’ stato il coraggio dell’incoscienza che mi ha spinto a fare le cose”, dice osservando le immagini che ritraggono lui e la squadra al lavoro, Sandro Teloni. Nella foto ci sono anche il babbo di Sandro, i figli e le maestranze di cui sarebbe diventato amico.
Il terremoto del 1997 non è stato l’unico che ha danneggiato la villa. Nel 2016 ne è arrivato un altro, piuttosto intenso. Ha sconquassato la torretta e un muro di cinta esterno al giardino. Non si poteva attendere l’aiuto dallo Stato e così è stato avviato un secondo grande restauro a spese proprie. Meno di un anno dopo la struttura era di nuovo in piedi, pronta ad ospitare il primo matrimonio di una coppia americana.
Lavoro e famiglia, impegni e affetti, vanno e vengono da Villa Teloni. Ieri come oggi. I figli di Sandro, ormai grandi, gestiscono questa dimora sempre come fosse casa loro. Ma accolgono, insieme ai loro genitori, ospiti da tutto il mondo. I clienti oggi arrivano da ogni continente, soggiornano qui per una o più settimane. Chiedono la storia di questo posto, di queste mura. Sandro li porta in cantina e mostra quello che fu un rifugio anti bombardamento grazie al quale ebbero salva la vita molte persone. Confiscata durante la guerra, la vecchia cantina sarebbe diventata poi uno degli spacci più frequentati dalle milizie tedesche.
I visitatori di Villa Teloni si mostrano affascinati alla vista di quanto è stato fatto, restano incantati ascoltando il racconto di chi ha trasformato questo posto senza mettere un mattone nuovo.
Il cancello che si apre mostra i colori di un parco fiorito, un Paradiso dove chi entra riesce a lasciarsi alle spalle il grigiore della città e il bianco e nero di tutti i giorni.