Sono sette come i vizi capitali ma anche come i giorni della settimana. Sono i distillati e i liquori che si producono, da sempre, nelle Marche.
Uno per ogni giorno, perché qui lo scorre lento della vita viene scandito da cerimoniali che spesso si chiudono con un “bicchierino”.
DITTA VARNELLI
Il più nobile di tutti, il Mistrà Varnelli, anice secco speciale sovrano correttivo del caffè, è il vero maestro di convivialità. L’azienda che lo produce, la Distilleria Varnelli, è stata fondata esattamente 150 anni fa ed è stata la prima della regione ad aver ottenuto la licenza per la trasformazione di prodotti alcolici.
Sapienza antica, cura del processo artigianale, materie prime sane e selezionate, legame con il territorio e rispetto ambientale, con un’inesauribile passione per il lavoro e un’innata vocazione all’innovazione. Questa, oggi come allora, è la ricetta alla base del successo di una realtà imprenditoriale nata, a dire il vero, come una piccola impresa familiare ma giunta, in un secolo e mezzo, a conquistare i mercati mondiali nel segmento alto degli spirits.
Il “Varnelli” è un prodotto unico e originale che esalta la tradizione mediterranea dei liquori all’anice ed è apprezzato per il suo gusto secco e deciso che lo rende assai gradevole in molteplici usi. Degustandolo si entra nel mondo di un “gusto speciale”, difficile da descrivere a parole. Per questo la sua etichetta riporta da sempre una frase coniata da Antonio Varnelli: “A farmi preferir basta un assaggio”.
La stessa azienda produce anche l’Amaro Sibilla, liquore legato alla storia ed agli antichi usi del territorio montano da cui prende il nome. Fu inventato nel 1868 da Girolamo Varnelli che mise a frutto la sua grande esperienza erboristica per avere un prodotto che fosse anche “rimedio” per i pastori della transumanza. Ancora oggi, questo amaro, è ottenuto da un decotto su fuoco a legna di genziana ed altre piante officinali. Viene dolcificato esclusivamente con il miele dei Monti Sibillini e poi lungamente decantato e rifinito a tela prima di essere imbottigliato.
Ma il vero testimone dell’esperienza erboristica di Casa Varnelli, premiata ditta oggi affidata alla guida di quattro donne, è sicuramente l’Amaro dell’Erborista. Questo ottimo amaro è ottenuto da un decotto, su fuoco a legna, di erbe officinali, radici e cortecce, tra cui spicca l’intenso aroma del rabarbaro. Dolcificato anch’esso con miele dei Monti Sibillini, si distingue anche per la sua caratteristica opalescenza. Destinato inizialmente alle erboristerie, ha conquistato la migliore ristorazione per la sua bontà e per la sua originalità.
Per scoprire le produzioni della Distilleria Varnelli www.varnelli.it
Acqua e mistrà si sorseggiano seduti nell’ampio parco di Villa Teloni, a Cesolo di San Severino Marche. L’antica residenza nobiliare è ideale per soggiorni rigeneranti fatti di relax e tranquillità.
MELETTI DI ASCOLI PICENO
Altra storica azienda marchigiana è sicuramente la Meletti di Ascoli Piceno. Qui, secondo gli eredi di questa società fondata nel 1870, si produce “il più nobile dei classici dell’arte liquoristica italiana”: l’Anisetta. Liquore che deriva dalla distillazione in alambicco discontinuo di semi di anice e altre spezie aromatiche che esaltano la freschezza dell’anice verde mediterraneo.
Dolce, gradevolissimo, invecchiato per il tempo necessario a far sì che la giovinezza dall’anice distillato fresco lasci spazio all’aromaticità e imbottigliato con le più moderne tecniche, l’Anisetta è amata per la sua versatilità. Inimitabile e appagante se bevuta in purezza, può essere gustata anche on the rocks, con la mosca (3 chicchi di caffè tostato immersi nel bicchierino), ghiacciata, ottima per nobilitare il caffè, per profumare i dolci o arricchire macedonie di frutta. Come aperitivo allungata con acqua ghiacciata o soda. Diventa protagonista di cocktail e long drink per stupire amici o ospiti di un evento mondano.
Molto ricca anche la produzione di casa Meletti www.meletti.it
I LIQUORI CON GRADAZIONI PIÙ BASSE
Hanno gradazioni alcoliche molto più basse gli ultimi due liquori delle Marche: il vino cotto di Loro Piceno e il vino di Visciola di Pergola.
Il vino cotto è un prodotto tipico del territorio, si può consumare sia come un normale vino da tavola ma è più spesso utilizzato come vino da dessert. Si distinguono due tipi di vino cotto: un tipo secco e uno dolce per la presenza di residuo zuccherino.
Colore variabile, dal rosso al rosso ambrato, odore intenso e caratteristico, al gusto si presenta di corpo, con percezione di caramello nella versione dolce. Il suo retrogusto è molto sapido.
Straordinario il vino cotto “Occhio di Gallo” della cantina di David Tiberi (www.occhiodigallo.it). Il nome dato a questo liquoroso vino è una garanzia: nella produzione del vino cotto, infatti, la fase più importante è l’invecchiamento in botti di legno. I produttori di un tempo dicevano che per essere pronto questo vino doveva avere il colore dell’occhio di gallo.
Vivere la campagna di queste zone rigenera anima e corpo. Come non soggiornare allora a Villa Serena, antico casale rustico immerso nei dolci colli di Sant’Angelo in Pontano. La struttura è stata ristrutturata rimanendo fedele allo stile campagnolo della vecchia casa colonica.
Da gustare, nelle Marche, anche il vino di Visciola di Pergola che viene ottenuto, seguendo un’antica ricetta, utilizzando un frutto del tutto particolare: la visciola. Si tratta di un frutto che si raccoglie da una varietà selvatica di Prunus cerasus e che viene fatta fermentare con ottimo vino rosso strutturato della vendemmia precedente.
Colore rosso interno, odore di visciola e frutti di bosco, buona gradazione alcolica, struttura e sensazioni dolci è un vino che è resto da queste caratteristiche inconfondibile.
Conosciuto anche con il nome di Visner, Visciolì e Visciolata di Pergola, è apprezzato come delizioso nettare da meditazione, da accostare a ciambella e pasticceria secca.